“La sessualità, in ambito umano, è un aspetto fondamentale e complesso del comportamento che riguarda da un lato gli atti finalizzati alla riproduzione e alla ricerca del piacere, e da un altro anche gli aspetti sociali che si sono evoluti in relazione alle caratteristiche diverse dei generi maschile e femminile; l’ambito sessuale investe la biologia, la psicologia, la cultura e la società riguardando la crescita dell’individuo e coinvolgendo anche tutta la sua vita relazionale… Il termine “sessualità” quindi è riferito più specificatamente agli spetti psicologici, sociali e culturali del comportamento sessuale umano, mentre col termine “attività sessuale” ci si riferisce più specificatamente alle pratiche sessuali vere e proprie” (Wikipedia)
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “la sessualità è influenzata dall’interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, etici, giuridici, storici, religiosi e spirituali che arricchiscono e rafforzano la comunicazione e l’amore tra le persone”.
Come si può dedurre da queste due definizioni, la sessualità risulta essere un aspetto dell’esistenza umana particolarmente complesso. Tale complessità è data dall’interazione e reciproca influenza dei tre principali elementi in gioco nella sessualità: biologico, probabilmente il più tenuto in considerazione nell’analisi della sessualità, sociale e psicologico.
La componente biopsicosociale della sessualità influenza lo sviluppo della personalità dell’individuo e del suo benessere psicofisico. Allo stesso modo, essendo una relazione bidirezionale, le difficoltà psichiche, corporee ed esistenziali possono influire negativamente sul desiderio e sulla vita sessuale delle persone.
La sessualità fa parte del movimento umano di vivere se stesso, il mondo, gli altri e di farne esperienza. Il mezzo che ci permette di entrare in relazione con questi tre elementi dell’esistenza è il corpo che siamo.
Che tipo di esperienza e di vissuto si esperisce in quelle condizioni e stati psicopatologici in cui la sofferenza e il patire si ripiegano sul corpo proprio?
1. Disturbi Alimentari e Sessualità
Sicuramente, una delle categorie psicopatologiche in cui il corpo assume un ruolo centrale nell’esperienza di chi ne è affetto è quella dei Disturbi del Comportamento Alimentare.
Diverse ricerche hanno evidenziato come tali disturbi abbiano un impatto negativo sullo sviluppo psicosessuale dei pazienti in adolescenza con importanti ripercussioni sulla vita sessuale adulta. I fattori che influenzano tale sviluppo sono vari e differiscono per ciascun disturbo.
1.1 Anoressia Nervosa
Nella prassi e nel vissuto sessuale anoressico si riscontrano spesso la riduzione del desiderio e dell’attività sessuale, difficoltà nell’iniziare e mantenere relazioni affettive e intime, e mancanza di interesse a impegnarsi nelle stesse. Queste difficoltà sono la conseguenza di un’attitudine negativa nei confronti dei problemi sessuali e del proprio corpo, degli effetti dell’inedia e dell’assenza del ciclo mestruale sulla fisiologia umana e sulle funzioni cerebrali, e dei tratti di personalità (compulsività e rigidità) che spesso sono comuni in queste persone.
Nella storia di queste pazienti si rintracciano spesso esperienze sessuali problematiche, indesiderate, abusanti o vissute come disgustose che influiscono sulla stima di sé e portano a sviluppare una maniacalità rispetto al controllo, all’inizio di rigidissime diete e all’utilizzo del corpo come un’unica fonte di alterità nel tentativo di non essere attraente e tenere a distanza le altre persone. Di conseguenza, tendono a scegliere partner asessuati e rassicuranti, o a intraprendere rapporti platonici idealizzati con persone sconosciute e lontane. Il sesso, se ricercato, è tollerato in quanto pratica per bruciare calorie.
1.2 Bulimia Nervosa
Nella Bulimia il corpo e il proprio peso sono vissuti con rabbia e vergogna. A differenza delle persone affette da anoressia, gli individui con bulimia sono in genere sessualmente attivi e si impegnano in relazioni sentimentali. Nonostante ciò, a causa della bassa stima di Sé e della difficoltà nel regolare le emozioni, manifestano una ridotta conoscenza della sessualità, mettono in atto comportamenti impulsivi, compulsivi e talvolta autolesionistici, prediligono l’autoerotismo e concentrano la loro attenzione sul piacere del partner (facilmente accondiscendono e soddisfano le richieste di quest’ultimo). Le relazioni sono caratterizzate da dipendenza, promiscuità, disagio perché non si sentono all’altezza dell’amante, ansia prima di iniziare un rapporto sessuale e paura di essere abbandonate dal compagno. Inoltre, hanno difficoltà a comunicare le proprie sensazioni, desideri e fantasie sessuali. Anche nella storia di queste persone sono spesso presenti pregresse esperienze sessuali traumatiche (molestie e abusi) e una lunga sequenza di partner. Inoltre, è risultata significativa la presenza di alcune disfunzioni sessuali: vaginismo, frigidità, anorgasmia e dispareunia.
Come per le anoressiche, queste pazienti lamentano una mancanza di soddisfazione per le loro esperienze sessuali. Inoltre, con quest’ultime possono condividere anche alcuni tratti di personalità, l’immagine negativa del proprio corpo, le esperienze avverse dell’infanzia e un clima familiare ostile e avverso.