L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce il sovrappeso e l’obesità come condizioni caratterizzate da eccessivo peso corporeo per accumulo di tessuto adiposo, tale da influire negativamente sullo stato di salute del singolo individuo, condizione che inficia la qualità e l’aspettativa di vita (6-7 anni di vita in meno per una condizione di obesità a 40 anni). Infatti, l’eccesso di peso si associa spesso a un elevato numero di patologie croniche (ad es. diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa e cardiopatia ischemica).
Obesità come malattia cronica
L’obesità è ormai considerata una malattia cronica, quindi con evoluzione tendente al peggioramento, caratterizzata da eziologia multifattoriale, danno organico, sofferenza psicologica ed esistenziale, difficoltà nelle relazioni sociali e interpersonali.
Classificata come primaria e secondaria
Viene classificata in primaria (o essenziale) e secondaria. Nella prima categoria rientrano tutte quelle forme (oltre il 90% dei casi) di cui non si riesce a individuare l’esatta causa eziologica essendo determinata dall’interazione di diversi fattori: genetici, metabolici, nutrizionali, sociali e culturali.
Invece, quelle secondarie sono definite da cause note e comprendono forme di origine genetica, forme derivanti da disfunzione ipotalamica, forme legate a malattie endocrine (sindrome di Cushing, ipotiroidismo) e forme motivate da Disturbi dell’Alimentazione e della Nutrizione.
Da cosa dipende lo sviluppo dell’obesità
Come abbiamo visto le più comuni forme di obesità sono a eziologia multifattoriale risultante da una complessa e reciproca influenza tra genetica e ambiente. Dunque, lo sviluppo della malattia è determinato dall’interazione, da una parte, di fattori ereditari genetici che influenzano per il 40-70% il valore dell’Indice di Massa Corporea (IMC), la composizione corporea, la distribuzione di grasso viscerale e della massa grassa dell’adulto, e, dall’altra, di fattori ambientali quali abitudini alimentari, stile di vita (attività fisica, consumo di alcool), condizioni socio-culturali (livello educativo, situazione occupazionale e suoi cambiamenti, stato civile, condizioni abitative, relazioni sociali), status economico (le forme più gravi di obesità predominano nelle fasce di popolazione con più basso livello socio-economico), condizioni fisiologiche (sesso, età, malattie) e terapie farmacologiche.
Percorso terapeutico come processo di controllo
La complessità del problema e la sua natura cronica rendono la cura complicata e la guarigione rara: è più utile vedere il percorso terapeutico come un processo di controllo della malattia che dura per tutta la vita.
Di fatto, l’obesità si caratterizza per essere una malattia in cui la recidiva e il recupero del peso sono comuni e il trattamento è spesso più frustrante della malattia. Inoltre, ad aggravare il quadro si aggiunge la condizione che, spesso, in circa i due terzi dei casi, l’obesità è in comorbidità con altre patologie croniche: malattie metaboliche (diabete di tipo II, dislipidemia, infertilità femminile, sindrome dell’ovaio policistico, ecc.), neoplasie, malattie cardiovascolari, asma, apnee ostruttive notturne, osteoartrite, disturbi psicologici (ansia, depressione, isolamento sociale), reflusso gastroesofageo, incontinenza urinaria, fascite plantare, ecc.
Tutte queste caratteristiche fanno si che il percorso di cura dell’obesità richieda la messa in campo di diverse professionalità, ossia di un’equipe multidisciplinare che sia in grado di prendere in carico la molteplicità di difficoltà che riguardano la persona con obesità.